Sommario normativa sanitaria riguardante disturbo dell’attenzione (ADHD) in Italia

Quando mi sono trasferita negli Stati Uniti nel 2006, si stava solo iniziando a parlare di disturbo di attenzione e iperattivita’ nei bambini in Italia o ADHD, l’acronimo inglese, da Attention Deficit Hyperactivity Disorder. La diagnosi era ancora guardata con sospetto e i farmaci stimolanti, come il metilfenidato, erano disponibili solo in centri accademici. In realta’, l’ADHD e’ una condizione comune, con una prevalenza tra il 5-7% nei bambini in età scolare. Tuttavia, la diagnosi può risultare complessa in quanto molti dei sintomi dell’ADHD, come difficoltà di attenzione o iperattività, possono sovrapporsi o mimare condizioni diverse, come ansia, disturbi del sonno, disturbi dell'umore o sequele di esperienze traumatiche. Inoltre, i comportamenti tipici dell'ADHD possono essere interpretati come problemi di “carattere” o immaturità.

L'ADHD si associa frequentemente a disturbi dell'apprendimento, in particolare alle difficoltà nella lettura (dislessia) e nella matematica (discalculia). Altre comorbidità comuni includono disturbi del sonno, disturbo oppositivo-provocatorio e disturbi d'ansia. Queste associazioni rendono fondamentale una valutazione approfondita, al fine di evitare diagnosi errate (o mancate diagnosi) e garantire un intervento terapeutico adeguato.

In Italia l’ADHD ha ricevuto riconoscimento ufficiale e qui sotto potete trovare un breve sommario per punti della normativa ufficiale emanata dal Ministero della Salute dal 2008 al 2019 che ho trovato sul sito della Associazione Italiana Famiglie ADHD (AIFA). Potete trovare il link alla loro pagina completa alla fine del sommario.

  1. Riconoscimento Ufficiale dell'ADHD:

    • L'ADHD è riconosciuto come un disturbo neuropsichiatrico dell'infanzia e dell'adolescenza che può persistere in età adulta.

    • Classificato nei manuali diagnostici internazionali come il DSM-5 e l'ICD-10.

  2. Linee Guida Nazionali:

    • Il Ministero della Salute ha emanato linee guida per la diagnosi e il trattamento dell'ADHD.

    • Stabilisce criteri diagnostici standardizzati e protocolli terapeutici basati sull'evidenza scientifica.

  3. Diagnosi Multidisciplinare:

    • La diagnosi deve essere effettuata da un'équipe multidisciplinare composta da neuropsichiatri infantili, psicologi e altri specialisti.

    • Include valutazioni cliniche, psicologiche e comportamentali approfondite.

  4. Piani Terapeutici Personalizzati:

    • Dopo la diagnosi, viene elaborato un piano terapeutico individualizzato.

    • Integra interventi farmacologici e non farmacologici in base alle esigenze specifiche del paziente.

  5. Trattamento Farmacologico:

    • L'uso di farmaci stimolanti (come il metilfenidato) e non stimolanti è regolamentato.

    • La prescrizione e il monitoraggio devono essere effettuati da specialisti, seguendo protocolli di sicurezza.

  6. Interventi Psicoeducativi e Comportamentali:

    • Terapie comportamentali per migliorare le competenze sociali e ridurre i comportamenti problematici.

    • Programmi psicoeducativi per aiutare famiglie e insegnanti a gestire i sintomi dell'ADHD.

  7. Coinvolgimento della Famiglia:

    • La normativa enfatizza l'importanza del supporto familiare.

    • Fornisce strumenti e formazione ai genitori per affrontare le sfide quotidiane legate all'ADHD.

  8. Collaborazione con le Scuole:

    • Promuove la cooperazione tra servizi sanitari e istituzioni scolastiche.

    • Prevede l'adozione di Piani Didattici Personalizzati (PDP) per supportare l'apprendimento.

  9. Formazione degli Operatori Sanitari e Scolastici:

    • Iniziative per migliorare le competenze di medici, psicologi e insegnanti riguardo all'ADHD.

    • Aggiornamenti professionali continui sulle migliori pratiche diagnostiche e terapeutiche.

  10. Monitoraggio e Valutazione Continua:

    • Controlli periodici per valutare l'efficacia dei trattamenti.

    • Possibilità di adattare il piano terapeutico in base all'evoluzione del disturbo.

  11. Accesso ai Servizi Sanitari:

    • Garantisce l'accesso equo ai servizi di diagnosi e cura su tutto il territorio nazionale.

    • Riduce le disparità regionali nell'offerta di servizi per l'ADHD.

  12. Tutela dei Diritti del Paziente:

    • Protezione legale per i bambini e gli adolescenti con ADHD.

    • Conformità con le normative nazionali e internazionali sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

  13. Ricerca e Innovazione:

    • Incentiva la ricerca scientifica sull'ADHD per migliorare le conoscenze e i trattamenti disponibili.

    • Promuove studi epidemiologici per comprendere meglio la diffusione del disturbo in Italia.

  14. Integrazione Socio-Sanitaria:

    • Favorisce l'inclusione sociale e la partecipazione attiva dei pazienti nella comunità.

    • Supporta programmi di transizione dall'età pediatrica all'età adulta nei servizi sanitari.

  15. Sensibilizzazione Pubblica:

    • Campagne informative per aumentare la consapevolezza sull'ADHD nella popolazione generale.

    • Riduzione dello stigma associato al disturbo attraverso l'educazione pubblica.

https://www.associazioneaifa.it/normativa-scolastica/

Previous
Previous

Perche’ il nostro umore cambia in Autunno?

Next
Next

Camminare fa bene all’umore